Jeep Compass Trailhawk: il pregio di stare in mezzo

di Luca Di Grazia

Dopo avere sottoposto a test Renegade, Wrangler, Cherokee e la poderosa Grand Cherokee Trackhawk, mi rimaneva il desidero di provare la media del gruppo statunitense con forti radici in Italia. Avendo provato tutta la gamma mi vengono in punta di dita alcune considerazioni: Renegade è simpatica, peraltro ha una linea abbastanza controversa, è davvero compatta, ha un buon bagagliaio ma è effettivamente un po’ piccolina, quanto meno per una famiglia. Cherokee è di dimensioni appena più ridotte dell’ammiraglia, ma ha una linea organica che forse a non tutti piace. Grand Cherokee, splendida nella sua imponenza è, appunto, imponente e grande.

Aspetto esterno

Qui entra a gamba tesa la nostra Compass. Lungi dall’essere fuori dagli schemi è anzi un giusto compromesso tra dimensioni e praticità. La linea è forte, la personalità è indubbia, la presenza scenica è assicurata. Bello e grintoso il frontale classicamente Jeep, con la griglia a barre verticali “trademark” della casa americana, che alloggia i fendinebbia e presenta il paraurti antigraffio di plastica nera goffrata. Gradevole anche lo sviluppo verticale dell’abitacolo, la cintura che si alza verso il portellone, che mi ha ricordato una indimenticabile creatura del gruppo Fca la Fiat 127.

Nella versione bianca della nostra prova, è molto piacevole il contrasto bianco/nero della fascia rappresentata dai finestrini oscurati e dalle modanature e cornici. Sul cofano motore è presente una fascia nera antiriflesso che richiama alcuni modelli sportivi anni ‘60 e ‘70 del gruppo Chrysler. Belli anche i cerchi in lega che presentano anch’essi un contrasto tra l’alluminio lucido e il nero. Il portellone è armonioso, ad apertura e chiusura servocomandate, che presenta uno spoilerino sul tetto, in funzione antivortici. I gruppi ottici sono piuttosto ampi e perfettamente armonizzati al veicolo nel suo complesso.

Interni

Al posto di guida troviamo il consueto cruscotto digitale le cui funzioni sono comandate dai tasti sul volante; effettivamente affolato di tasti, davanti e dietro, ogni tanto coordinare tutte le funzioni e ritornare a una configurazione precedente risulta un po’ complicato.l volante stesso offre una inpugnatura piuttosto sicura e forse lo avrei preferito di diametro inferiore. Il sistema U-Connect è stato migliorato, ora è più veloce la sincronizzazione coi vari dispositivi che si possono collegare. Il navigatore è cocciuto nel seguire la procedura di inserimento dati e prevede solo un percorso per inserire l’indirizzo, e non perdona errori. Ottimo l’impianto audio, anche se non potente come in altri veicoli Jeep. 

La seduta è alta, il sedile è dotato di comandi elettrici in tutte le direzioni, comprende supporto lombare e riscaldamento, al pari di quello per il passeggero. Gli interni sono completamente in pelle, nera, con una piacevole sensazione di seta al tatto. Abitacolo ottimamente insonorizzato, non è mai necessario alzare la voce per parlarsi o al telefono. Airbag posizionati in tutti gli angoli sensibili dell’abitacolo.

Un discorso a parte l’abitabilità posteriore, ed è quì che la Compass vince a mani basse sulla sorellina Renegade: i passeggeri del sedile posteriore hanno a disposizione ampio spazio per le gambe e possono viaggiare comodi e distesi. Ovviamente presenti gli attacchi Isofix per i seggiolini degli infanti. C’è una console posteriore con bocchette del climatizzatore e le consuete prese elettriche.

Il bagagliaio è ampio e profondo, lo schienale è dotato di una comoda botola che permette di caricare a bordo sci e altri oggetti piuttosto lunghi.

Ottimo il propulsore 4 cilindri trasversale da 2 litri con il sistema Multijet, da 170 cv. Presenta una rumorosità contenutissima, un ronzio che accompagna nella guida per poi trasformarsi in un grido di potenza quando si richiedono le massime prestazioni. Sono rimasto molto impressionato dalla ripresa che offre questo motore, dai 50 ai 100 km/h “tira” che è un piacere, dando una bella impressione di progressività.

Il cambio automatico a 9 marce sembra sia a sintonia continua e si fa fatica a percepire le cambiate, salvo ogni tanto in rilascio e accelerazione a bassa velocità dove sembra perdere la decisione su quale marcia inserire. In complesso, però, è ottimo, l’utente medio si troverà perfettamente a suo agio.

La trazione integrale elettronica viene comandata dal computer di bordo, che lascia attiva la trasmissione anteriore e inserisce quella posteriore alla necessità, salvo utilizzare il pomello sulla console per selezionare una delle modalità previste e le ridotte.

Tenuta di strada e guidabilità

Un veicolo di questo tipo, alto sull’asfalto, con un baricentro non proprio basso, fa ritenere la tenuta di strada, magari, dubbia. Con la Compass non è così, anche in percorsi misti di strade di campagna, curve e controcurve, non ha mai mostrato la corda, le sospensioni elettroniche, dotate di diverse posizioni, fango, neve, roccia, si sono dimostrate sempre all’ altezza delle più disparate necessità.

Un unico appunto agli ammortizzatori posteriori che vanno rumorosamente a fondo corsa in estensione in uscita da buche affrontate in velocità, su percorsi sterrati e sui maledetti dossi rallenta-traffico: forse è necessario rivederne la taratura. Un po’ di beccheggio è comunque presente al superare avvallamenti della strada.

Coyote

Ho avuto un aiuto nell’evitare di incappare nei vari Autovelox, Multanova, ecc. Che costellano le nostre strade e distolgono l’attenzione dei conducenti dalla guida, utilizzando un dispositivo Coyote Mini che mi ha informato con largo anticipo delle trappole tese dalle varie amministrazioni che fanno cassa sugli utenti della strada. Compatto e prestazionale, posto sul cruscotto, si avvale di un costante interscambio di informazioni con gli altri membri della comunità Coyote, e si aggiorna automaticamente. Un vero angelo custode!

Motricità

Provata tra risaie, fossi, sterrati e fango della campagna a Sud di Milano, si è sempre destreggiata con maestria specialmente nel fango ai mozzi ruota: ho più volte temuto di dovermi recare presso una delle cascine che avevo appena lasciato alle spalle per pregare il proprieraio di venire con il trattore a soccorrermi nel fango, ma la nostra Compass non ha mai dato pensieri, anche su terreni argillosi e acquosi, certamente merito anche degli pneumatici molto tassellati della versione Trailhawk

Considerazioni finali

La Compass è una evoluzione della Renegade, infatti è stata creata sullo stesso pianale (che è poi il medesimo della Fiat 500X) però opportunamente allungato e irrobustito. Il fuoristrada di medie dimensioni di casa Jeep è molto più della somma delle sue parti: derivato dalla piattaforma della Renegade, ma più lungo e più largo, eredita il meglio della piccola prodotta sempre a Melfi, dando l’impressione di un veicolo molto differente. E infatti le differenze ci sono in tutte le dimensioni, nelle prestazioni e nei risultati. Insomma, un’ottima scelta, molto interessante nel suo segmento di mercato. La vettura in prova costa circa 41.900 euro.

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