Incubo Covid-19: tutelare l’autotrasporto per il bene di tutti 

di Franco Fenoglio*

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta evidenziando ancora una volta la portata e la funzione dell’autotrasporto italiano, un settore che sta garantendo l’approvvigionamento quotidiano delle merci in tutto il Paese. La necessità che le merci possano continuare a circolare liberamente è una presa di coscienza doverosa, che non dovrebbe essere all’attenzione solo in situazioni di emergenza, ma costituire una premessa fondamentale alla base di ogni progetto di sviluppo economico: il trasporto è un comparto strategico per ogni comunità nazionale che voglia garantirsi indipendenza e autonomia, oltre che efficienza economica, sociale e ambientale. Non lo si può abbandonare nelle mani di aziende o lavoratori stranieri.

È di fondamentale importanza tenere alta l’attenzione su questo settore anche a emergenza conclusa, adottando misure strutturali che consentano alle Aziende di trovare le condizioni per essere competitive. L’assenza di una strategia a medio-lungo termine ha avuto conseguenze drammatiche nel corso degli ultimi anni. A causa della chiusura o della delocalizzazione di numerose imprese di autotrasporto, lo Stato non ha recuperato risorse per decine di milioni di euro per il mancato gettito fiscale, mentre l’occupazione nel settore ha perso in dodici anni circa 135.000 posti di lavoro, senza contare l’indotto. In febbraio il mercato ha segnato il primo dato mensile positivo da luglio dello scorso anno. Mi sento però di dire che rappresenta solo la quiete prima della tempesta. Nessuno si illuda che questo dato possa essere considerato come sintomo di ripresa, perché la situazione generale nella quale opera il settore è drammatica. La crisi sanitaria in atto provocherà ulteriori ritardi nel rinnovo del parco circolante, già tra i più vecchi in Europa, con pesantissime ricadute sul fronte della sicurezza e della sostenibilità del sistema trasporto del Nostro Paese.

 

*Presidente di Unrae Veicoli Industriali

 

 

 

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