Il Salone dell’auto e delle “distrazioni”

di Roberta Pasero

Benvenuti nel luna park delle quattro ruote. Con «attrazioni» futuribili, normal e supercar, Suv bespoke, modelli liftati, soprattutto auto alla spina. E con 800mila visitatori che cercano e trovano sex appeal, raffinatezza, dinamismo, personalità, savoir vivre. La donna o l’uomo ideale?

Ma no, siamo al Salone dell’automobile dove a sedurre sono carrozzerie, motori,chassis, pneumatici con effetti speciali.

Auto multitasking, come del resto sono le smart ladies che non hanno tempo per guidare e basta. Auto dotate di sistemi di guida autonomi come Nissan IMx Kuro, concept car in grado di leggere nel pensiero e di imparare le abitudini di chi la guida per lasciare la mente libera di occuparsi d’altro. Auto camaleontiche come Pal-V Liberty che con un tasto si trasforma in un drone volante ben adatto alle insofferenti al traffico e alle code. Auto contro ogni imprevisto climatico come la city-car elettrica giapponese Fomm, un’anfibia in grado di resistere a inondazioni e strade allagate, così lontana dallo charme retro della Microlino, microcar elettrica svizzera ispirata alla storica Isetta degli anni Cinquanta.

Emozioni a ripetizione

One car one show. Qui ci si può anche immedesimare in Hulkenberg o Sainz ed entrare nella monoposto F1 Renault, con tecnici virtuali a grandezza naturale pronti al pit stop. Ma anche farsi fare un photoshop, sostituendosi a Steve McQueen sulla locandina del film Bullitt, mettendosi in posa accanto all’epica Mustang Bullitt con livrea Higland Green che Ford rilancia sul mercato europeo. E si può trovare anche l’automobile «umana» e che sa sostenere una conversazione. Come Mercedes Classe A che con il sistema MBUX è in grado di apprendere le abitudini di chi guida e con il sistema Voicetronic può dialogare e soddisfare (quasi) ogni desiderio. E di dare sempre risposte intelligenti e cortesi. Meglio di alcuni mariti svagati che non ascoltano mai.

Ma ecco le “Ginevrine”

Certo, a volte per i visitatori del Salone è difficile non farsi distrarre dalle Ginevrine (no, non gli zuccherini multicolor), le decorative salon babes, le uniche donne che gli uomini lascerebbero avvicinare alle loro auto senza inserire il rilevatore sonoro per la distanza di sicurezza, come fanno idealmente con mogli, fidanzate, figlie, sorelle. Meno svestite delle pit babes e delle Ombrelline di F1 e Moto Gp, si contendono anche quest’anno lo scettro di Miss Salon de Genève, concorso sponsorizzato dal mensile Auto & Wirtschaft. Peccato non sia previsto uno scettro anche per i Piumini, i «maggiordomi» che spolverano con devozione le auto esposte sui palcoscenici rotanti, perché anche un’impronta può ombreggiare il luccichio. Ma le auto non solo soltanto fashion, glamour o fantasy. Con la tecnologia sempre più preventiva possono salvare molte vite, ed è ciò che conta. A questo punta Hyundai Santa Fe con l’innovativo Rear occupant alert, un allarme che avverte il guidatore distratto se scendendo dall’auto dimentica bambini o animali sul sedile posteriore. Conclusione? Per un motivo o per l’altro il Salone di Ginevra non si scorda mai. Come il primo amore? Semmai come la prima automobile. Che poi, in fondo, è o non è la stessa cosa?

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