Il “gioiello” componentistica 

 

di Giuseppe Barile* 

 

L’export della componentistica (21 miliardi, +6% sul 2016, e saldo positivo di 5,7 miliardi, in aumento pure del 6%) fa un balzo in avanti nel 2017, migliorando ulteriormente il posizionamento del settore sui mercati esteri.  Il buon andamento delle esportazioni, ma anche della domanda interna, hanno sostenuto la produzione nazionale lo scorso anno. Per il comparto della fabbricazione di autoveicoli, infatti, la produzione è risultata in crescita dell’8,3% nel 20172, mentre per la fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli l’incremento è stato dello 0,5%. Gli ordinativi, per il comparto produttivo dei componenti, sono cresciuti del 9,2% nel 2017 (del 9,4% per la componente interna e dell’8,8% per quella estera). 

 

Germania primo mercato 

 

Il primo mercato di destinazione dell’export dei componenti italiani si conferma la Germania, per oltre 4 miliardi di euro (+4,9% rispetto al 2016) e una quota del 19,3% (19,5% nel 2016) sul totale esportato, mentre, diversamente dal 2016, la Cina supera il Giappone, verso il quale l’export italiano è in calo del 21%, pur mantenendo un saldo positivo di 61,6 milioni di euro – diventando il primo dei Paesi asiatici di destinazione (e quinto mercato extra-Ue dopo Turchia, Usa e Brasile e Messico), con esportazioni dall’Italia in crescita del 28%, sebbene il saldo della bilancia commerciale rimanga negativo per oltre 671 milioni. Rileviamo, inoltre, che il saldo positivo dell’interscambio commerciale con il Regno Unito (1,11 miliardi di Euro) è il più alto fra tutti i mercati di destinazione dell’export, di cui è il quarto. 

 

Tra Brexit, Area Nafta e Mercosur 

 

È un mercato importante, in cui gli equilibri potrebbero cambiare con le conseguenze della Brexit. Nell’Area Nafta, si segnala il saldo positivo della bilancia commerciale con il Messico, pari a 402 milioni, ovvero tredici volte superiore a quello del 2016. Merito del trade nel comparto motori, che ha generato un saldo positivo di 116 milioni invertendo la tendenza dell’anno precedente, in cui il saldo era negativo. Complessivamente, verso l’Area Nafta, le esportazioni della componentistica italiana aumentano dell’11%, per un valore di 1,66 miliardi e un saldo attivo di 851 milioni (circa 602 milioni nel 2016). Il valore dell’export cala del 6,5% verso gli Usa, ma cresce dell’11% verso il Canada e del 76% verso il Messico. Del resto, quest’ultimo ha registrato nel 2017 un nuovo record produttivo, dopo quello del 2016, sfiorando 4,1 milioni di autoveicoli prodotti (+13%), di cui l’80% circa è destinato ai mercati esteri, in particolare agli Stati Uniti, nonostante si stia assistendo a un progressivo alleggerimento della dipendenza commerciale dagli Usa, grazie al rafforzamento dei rapporti commerciali con l’Area Mercosur. Questo anche per via dell’incertezza legata alla riforma dell’accordo Nafta, su cui i Paesi interessati non hanno ancora raggiunto un accordo, la conclusione del quale sembra ora complicarsi per via degli imminenti impegni delle parti con le elezioni presidenziali in Messico, a luglio, e quelle di metà mandato negli Usa a novembre. 

 

*Presidente del Gruppo Componenti di Anfia 

 

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