A Ginevra suona l’allarme

Detroit ha salutato per sempre il suo Auto Show invernale; il Chicago Auto Show, che ha appena chiuso i battenti, è passato inosservato da questa parte dell’Atlantico. E tra poco, ai primi di marzo, toccherà a Ginevra, da sempre descritto come il Salone più importante d’Europa, e tra i primi nel mondo, in quanto si svolge in Svizzera, Paese privo di costruttori, e perché ben raccolto in un grande padiglione su due piani.

Anche il Salone di Ginevra, però, è stato contagiato dal virus delle rinunce: all’edizione 2019 ci saranno assenze di peso (Hyundai, Ds, Opel, Jaguar, Land Rover, Ford, Volvo). Nel 2018 a rinunciare erano stati in due: Opel e Ds. Non è un bel segnale per il futuro. Oica, l’organizzazione internazionale dei veicoli a motore che si occupa anche degli eventi espositivi, è preoccupata per l’emorragia costante.

Al Salone di Parigi 2018 si è parlato più delle defezioni (Fca, Ford, Opel, Nissan, Infiniti, Mitsubishi, Volkswagen) e dello stand Ferrari relegato in uno spazio anonimo, che delle novità esposte.

Nell’ultima riunione, Oica ha commissionato un nuovo studio sulla percezione del pubblico e dei costruttori rispetto ai Saloni. Dai risultati, pronti in autunno, si capirà quale tipo di terapia d’urto adottare, anche se è chiaro che gli investimenti sono sempre più rivolti a eventi come il Ces di Las Vegas, il Word Mobile Congress di Barcellona (ormai pronto ad accogliere il pubblico), l’Ifa di Berlino e anche le rassegne all’aperto e gratuite per i visitatori: il Parco Valentino di Torino e, sperano gli organizzatori americani, la formula estiva del futuro Auto Show di Detroit.

Anche Ginevra, dunque, è a una svolta. L’edizione 2019 sarà la prova del nove. Il presidente del Salone, Maurice Turrettini, ha deciso di giocare la carta Ifa, stringendo un’alleanza con la fiera tedesca delle tecnologie. Il 6 marzo si svolgerà il forum «Shift automotive» al quale interverranno esperti da tutto il mondo (Microsoft, Frost & Sullivan, Harman, Qualcomm, Università di Ginevra e tanti altri). La discussione getterà uno sguardo sul futuro della mobilità. Basterà a riportare – in futuro – le Case al Palexpo?

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