Francia contro il caro benzina, ma siamo noi a pagarla di più

di Tony Damascelli

Non c’è Daniel Cohn Bendit, detto Dani le rouge, ma per qualcuno è come quel maggio del Sessantotto. La gente di Francia si ribella, la chiamano rivoluzione borghese, non c’entrano le ideologie, non c’è la destra, non c’è la sinistra, non ci sono sindacati, c’è il popolo di Francia, diverso, misto e però compatto, con il tricolore e i giubbotti gialli, scende in strada e manifesta, protesta, strilla contro il potere. Sarebbe impossibile vedere sfilare assieme Marine Le Pen con Laurent Wauquiez, Pierre Laurent e Philippe Martinez ma i loro elettori sì, allonsenfants.

Quattro centesimi di aumento sono un’altra goccia di benzina, nel senso vero, sul fuoco già alimentato della riforma delle ferrovie e delle pensioni, Macron non è più l’eletto del popolo, le tasse sul carburante hanno scatenato la presa delle strade, non la Bastiglia anche se l’onda si è avvicinata all’Eliseo. Noi italiani ci teniamo il prezzo della benzina con tutte le accise (17) che per etimologia significano qualcosa che cade sopra, dunque ci accucciamo, ci pieghiamo, a volte a novanta gradi, scendiamo in strada ma per infilarci in auto o balzare in moto e via, verso il weekend, indossando l’abito di scena, giubbotto non giallo, impermeabile o cappotto e non certo i «gilets jaune et colère noire», come hanno scritto i manifestanti, alcuni ubriachi come se si trattasse di una sagra paesana.

Così vanno le cose con i francesi che si incazzano (cfr Paolo Conte) e noi che, invece, ce ne sbattiamo di questo o di altri governi e governanti, le tasse montano, la benzina cambia anche nome, il prezzo alla pompa cresce nonostante quello del barile del petrolio cali ma chissenefrega, non c’è tempo e non c’è voglia di occupare caselli autostradali o incroci di periferia, anche se rispetto al primo gennaio di quest’anno il costo al litro è salito di oltre dieci centesimi.

Emmanuel Macron fa i conti con i sondaggi sulla popolarità che crolla al venticinque per cento ma tira diritto. Memore delle parole della regina Maria Antonietta, è pronto a lanciare un nuovo slogan: «Non hanno i soldi per la benzina? Che vadano a piedi». Infatti così è accaduto in queste ore. Si trasferisca in Italia, dunque, caro Emmanuel, insieme con madame Brigitte, e vedrà che dalle nostre parti le brioche vanno via come il pane.

1 Comments

  1. Anita says:

    I Francesi sono râleurs per professione, hanno il migliore sistema sanitario, il migliore sistema pensionistico, la migliore amministrazione pubblica, le migliori strade/autostrade, politici che non saranno dell’opinione giusta ma dei quali non ci dobbiamo vergognare quando aprono bocca… Sono anni che i vari governi di vari colori hanno avvertito che il prezzo del diesel avrebbe raggiunto quello della benzina, che non è possibile continuare ad inquinare… Eppure con i soldi degli incentivi statali i Francesi non comprano macchine benzina o elettriche o ibride Noooo vanno a comprare i diesel d’occasione!
    Dove sarà poi tutta quella spesa in più? 6 euro in più per un pieno, al massimo 30 euro al mese. Forse lo stato deve garantire la pizza-birra del venerdì sera? ogni venerdì sera?
    Notavo questa mattina che 300 metri dopo un capannello di gilets jaunes, c’erano un’altra decine di gilets oranges. Quelli dei lavoratori sui cantieri stradali….

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