Flotte e sicurezza: driver da formare e premiare

di Mauro Serena

 

Si parla e si scrive tanto di sicurezza nelle flotte aziendali. Ma quanto le aziende fanno concretamente per migliorarla? Gli incidenti stradali, infatti, continuano a rappresentare una percentuale significativa dei morti sul lavoro (tra missioni e commuting casa-lavoro), ma la maggioranza delle aziende sembrano recalcitranti anche solo ad introdurre una franchigia “educativa” a carico del driver sui sinistri con colpa.

Guidare un veicolo è quasi sempre l’attività quotidiana più pericolosa che facciamo: come è stato efficacemente enunciato durante la penultima edizione di ForumAutoMotive, dedicata alla sicurezza, la patente di guida è una autorizzazione ad esercitare un’attività potenzialmente pericolosa, condotta spesso da driver non sufficientemente abili e allenati. Ridotta attenzione, alta velocitaà, guida sotto l’effetto di alcol – anche in dose minima – o stupefacenti, guida inappropriata alle condizioni della strada, stanchezza e sonnolenza, mancato rispetto dei segnali e delle norme del codice: sono queste le principali cause degli incidenti. Senza dimenticare altri fattori quali le strade dissestate, la scarsa illuminazione, condizioni meteoreogiche critiche e manutenzione del veicolo.

Il “TCO” o costo totale di un incidente può essere elevatissimo: danni fisici alle persone, tempo di assenza dal lavoro e, nei casi più gravi, perdita della risorsa umana, danni al veicolo e agli altri veicoli, danni alla proprietà.

Nonostante ciò, le aziende affidano la sicurezza dei loro driver soprattutto ai dispositivi di sicurezza attiva e passiva dei veicoli, evitando, nella maggior parte dei casi, di responsabilizzare il driver e di misurare la sicurezza con una scorecard di indicatori. Molti fleet manager neppure conoscono l’indice di sinitrosità della loro flotta rispetto al benchmark, dato che attualmente viene fornito facilmente dalle società di noleggio a lungo termine. Sarebbe invece tempo per tutte le aziende di costruire un sistema completo di sicurezza a prevenzione per i loro driver, articolato, oltre che sulla scelta di accessori adeguati e di versioni business dei modelli di auto in car-list, su policy e procedure specifiche e dettagliate, su strumenti e indici di controllo del comportamento e della sinistrosità (dal cruscotto di indicatori alla black box installata), sull’educazione dei driver e su un sistema di comunicazioni regolari e di alto valore informativo per gli assegnatari di mezzi aziendali. E ancora: un sistema di premi per i guidatori più virtuosi e di feedback del personale viaggiante, corsi di guida sicura ed ecologica, che oltre ad essere percepiti come una forma di benefit, possono davvero contribuire in misura significativa a ridurre il gap tra la preparazione del driver e l’abilità necessaria per usare l’auto tutti i giorni per diverse ore.

Per le aziende che possiedono veicoli di proprietà, effettuare manutenzione regolare e adeguata, rivolgendosi a un network certificato e sulla base di un contratto che determini gli standard minimi aziendali di sicurezza, è una necessità prioritaria.

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