Fase 2: incentivi ma solo sino a fine 2020

di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia

Dovrebbe ormai essere chiaro che, senza un supporto concreto alla filiera automotive, il mercato continuerà a languire su livelli insostenibili per i comparti produttivo, distributivo e occupazionale. Pur restando convinto che lo stimolo fiscale (il famoso allineamento alla fiscalità europea sempre impunemente derogato dal Governo) sia quello più adatto a generare valore strutturale, l’argomento degli incentivi è drammaticamente urgente quanto risolutivo nell’immediato.
Se tra qualche tempo qualcuno al Governo si vanterà di aver salvato il settore approvando incentivi per gli autoveicoli con emissioni fino a 95 g/km, sappiate che vi sta prendendo in giro, perché 100.000 targhe in più non salveranno tante concessionarie dal fallimento né chi ci lavora. Se non si punta ai 125 g/km si piangeranno lacrime amare… In tutto questo, vado probabilmente in controtendenza auspicando che gli incentivi vengano approvati solo sino a fine anno e non anche estesi al 2021.
Se il consumatore oggi sa di poter usufruire di un incentivo anche nel prossimo anno, aspetterà e renderà meno efficace la manovra nell’annus horribilis. Infine, c’è sempre una carta da giocare, e solo gli Oem possono farlo. Facendo affidamento sulla lobby tedesca dei costruttori di auto, possiamo immaginare che riuscirà a far sospendere alla Ue le sanzioni collegate alle emissioni CO2 per le quali hanno accantonato miliardi di euro per il solo 2020. Se così fosse, il budget necessario per un meraviglioso piano di incentivi sarebbe già pronto e in questo modo, per una volta, il rilancio del settore avverrebbe per mano di chi ne è davvero interessato e, in fondo, può ancora permetterselo.

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