Emotional snow: manuale di sopravvivenza

Come superare le insidie dell’inverno guidando, su strade scivolose o ghiacciate, senza stress e in massima sicurezza

A cura della Redazione di “Safe-Drive

(fotografie di Mattia Negrini)

Tanta dolcezza e distanza di sicurezza, gomme invernali, auto in perfetta efficienza. Lo stile di guida su neve, ghiaccio, pioggia deve basarsi su questi quattro pilastri, ai quali si deve aggiungere una prudente scelta degli aiuti elettronici, quelli che autonomamente possono scongiurare un incidente.

 

Ecco, in sintesi, i risultati del test condotto dalla redazione di Safe-Drive con sei diverse Suv- crossover, a trazione anteriore o integrale sulle nevi del Tonale. Perché se l’inverno del 2020 è considerato mediamente il più “caldo” degli ultimi 200 anni, strade difficili da percorrere non mancano certo, dalle Alpi alle Madonie, in Sicilia. E sono proprio le strade e i cavalcavia la prima variabile da tenere in considerazione. Attenzione massima durante le prime ore del mattino, quando sono ghiacciate dalla brina, di giorno quando splende un bel sole ma sui tornanti all’ombra il ghiaccio non si scioglie, di notte quando la temperatura scende sottozero.

 

Ovviamente un aiuto prezioso viene dalla perfetta messa a punto dei veicoli. Un grazie va ai tecnici del network di assistenza Rhiag che hanno effettuato una trentina di controlli sui punti deboli. Come la batteria, perché nei periodi freddi deve fare fronte a una richiesta più elevata di energia, il liquido antigelo e l’olio motore, sostituito con un prodotto a bassa vischiosità antighiaccio. Quindi l’offerta di dotazioni molto utili: un raschietto per il ghiaccio, spray antigelo da usare nelle serrature delle porte e antiappannante per sveltire l’operazione di pulizia dei vetri, cambio del liquido lavavetri con uno adatto alle bassissime temperature.

 

Hankook, invece, si è occupata delle “scarpe”, ovvero di equipaggiare le sei auto con pneumatici Winter “i*cept evo2” M+S (mud+snow, cioè fango e pioggia) con simbolo il fiocco di neve riconosciuto dal Codice della Strada. Gomme dotate di un battistrada progettato per garantire una grande aderenza su ghiaccio e neve. La presa sull’asfalto scivoloso, infatti, aumenta tramite lamelle che, grazie al rotolamento delle ruote, riscaldano il battistrada fornendo così un grip ottimale.

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Anche per quanto riguarda l’elettronica, di sicurezza e aiuto alla guida, in inverno è vietato improvvisare. In questo caso Safe-Drive ha potuto contare sugli esperti della Rete Bosch che hanno verificato attraverso i necessari test che non ci fossero anomalie di sorta e offerto alcuni consigli. Per esempio, hanno ricordato che sui fondi scivolosi la guida deve essere dolce, ogni manovra va fatta al rallenty, sia quando si gira il volante, o quando si usa il gas, la frizione, il freno.

 

Il cambio automatico va messo sulla posizione invernale, se c’è. Vale la pena tenere presente che con l’Abs, l’antibloccaggio dei freni, la frenata può essere più lunga, quindi è consigliabile mantenere una concreta distanza di sicurezza. Sul ghiaccio meglio bandire il cruise control e alcuni esperti consigliano di scollegare la frenata autonoma d’emergenza. Per finire, due parole sulla trazione integrale. E’ ovvio che le quattro ruote motrici danno più sicurezza rispetto a chi usa una 4×2.

 

Il pericolo della perdita di grip, tuttavia, non si deve mai sottovalutare perché il difetto delle 4×4 è quello di non far capire che si sta raggiungendo il limite di tenuta. Ultima indicazione: in caso di perdita di controllo della vettura anche il controsterzo deve essere dolce; nell’emergenza è opportuno accompagnare l’auto verso un mucchio di neve, meglio dalla parte della montagna. E ora ecco le considerazioni dei tester di “Safe-Drive” su come ottenere il meglio da questi sei modelli per battere il generale Inverno.

 

Bmw X1 20D xDrive 190 cv

di Michele Fontana
Lo scorso settembre, in occasione del Salone di Francoforte, Bmw ha proposto al pubblico una nuova X1 rigenerata da un leggero restyling che dal punto di vista estetico presenta solo piccoli interventi le cui consegne sono iniziate da poco. Se all’interno della gamma Bmw X1 risulta essere una Sav (Sport Active Vehicle, così vengono chiamate le Suv a Monaco di Baviera) compatta, in realtà tra la concorrenza potrebbe già inserirsi tra le taglie medie. Leggermente aumentata nelle dimensioni (445 cm, uno più di prima), la mascherina sfoggia ora un doppio rene più voluminoso e protagonista. Interventi sono stati compiuti sul paraurti e immancabilmente sulle luci diurne a led e fari. Sul posteriore la zona bassa prende ora la stessa tinta della carrozzeria e si fanno notare i due terminali di scarico più massicci, passati da sette a nove cm di diametro. Per gli amanti dei dettagli non si possono dimenticare la proiezione luminosa sull’asfalto, aprendo le portiere anteriori, del logo X1 con una elegante grafica bicolore.

 

Buona la prima per gli interni che evidentemente dal 2015 a oggi non hanno avuto bisogno di essere aggiornati. Nell’ambito dello speciale di “Safe-Drive” è utile però ricordare alcune soluzioni particolarmente comode e apprezzate. La seduta del divanetto posteriore è divisa in due parti che scorrono per 13 cm, per lasciare più spazio ai bagagli in caso di necessità, mentre lo schienale è ripartito in tre sezioni 40/20/40. Reclinando solo quella centrale, per esempio, si possono caricare sci, snowboard o altri oggetti lunghi mantenendo quattro posti comodi.

Notevole anche la capacità di carico, 505-693/1550 litri, senza dimenticare che al bagagliaio si accede attraverso un portellone motorizzato, azionabile anche passando il piede sotto il paraurti. Ma il vero piacere che offre Bmw X1 è la guida, al quale va anche aggiunto un alto grado di sicurezza e controllo che abbiamo apprezzato tra le montagne dell’Adamello. Un comprensorio che ha offerto un test valido e un piacevole soggiorno.

 

La motorizzazione in prova, 2.0 Diesel xDrive da 190 cv, ha messo in mostra una spinta notevole già ai bassi regimi e alla fluidità dell’erogazione si è aggiunta anche quella del cambio automatico a otto rapporti: risultato un comfort immediatamente percepibile.

Il comfort prosegue anche quando il gioco si fa più duro e si devono affrontare asperità del terreno rese più insidiose da neve e fango. In questo caso giocano un ruolo fondamentale l’altezza minima da terra (18,3 cm non sono niente male) e il sistema di trazione integrale permanente Bmw xDrive. Una tecnologia ben collaudata e che garantisce ottimi risultati. Ecco come funziona: in condizioni normali il sistema distribuisce la coppia dal 40 al 60 percento tra l’asse anteriore e quello posteriore.

 

Nel preciso istante in cui si verifica una perdita di trazione, l’elettronica redistribuisce la forza motrice tra le ruote anteriori e posteriori a seconda della necessità. La forza motrice è distribuita gradualmente, e si adegua sempre alla situazione di guida. In situazioni estreme, tutta la forza può essere trasmessa a un solo asse.

Altrettanto utile, specie sulle strade di montagna, è l’Hill Descent Control. Interagendo con la trazione integrale, il dispositivo mantiene automaticamente la velocità ottimale sulle pendenze elevate. Il fuoristrada diventa un gioco da ragazzi.

Insomma, la sportività e la raffinatezza che un automobilista si aspetta da una Bmw. Le esigenze di un’auto come X1, votata alla praticità e alla concretezza, avrebbero potuto indurre a qualche compromesso. Pericolo scongiurato. La Sav compatta si è confermata degna erede di famiglia con un elevato bagaglio di tecnologie innovative.

 

A proposito, in arrivo c’è anche la versione ibrida plug-in destinata a innalzare ulteriormente l’efficienza dinamica.

La X1 2.0 xDrive da 190 cv costa da 43.200 euro.

 

Honda CR-V Hybrid AWD 184 cv

di Giovanni Bodini

“Cacciate i pregiudizi dalla finestra ed essi rientreranno dalla porta”, amava dire Federico II il Grande, Re di Prussia. E se il pregiudizio sui giapponesi in fatto di tecnologia, affidabilità, disponibilità e attenzione verso il cliente è cosa risaputa, con la quinta generazione della Honda CR-V ibrida questo pregiudizio, ovviamente positivo, viene confermato.

 

La Suv di casa Honda si presenta aggiornata sull’anteriore grazie al nuovo elemento in plastica grigia che abbraccia tutto il frontale, fendinebbia tondeggianti, nuovi dettagli cromati per fare bella figura e ruote in lega da 19 pollici. Trattandosi di una nuova uscita, dimensioni maggiorate e qualche ritocco estetico non potevano mancare, ma le reali migliorie in questa versione sono principalmente legate al gruppo propulsore.

Al primo acchito si può affermare che Cr-V Hybrid si presenta solida e moderna anche grazie ai particolari gruppi ottici posteriori molto importanti e a un aspetto generale che conferisce un tocco di dinamismo senza risultare pretenzioso. In fin dei conti si sta parlando della Suv più venduta nel mondo, di un’auto perfetta per il lavoro e per i viaggi vacanzieri. Nella prova a Ponte di Legno, quindi, non si poteva prescindere da immaginare un utilizzo da settimana bianca con famiglia al seguito.

 

Percezione confermata quando si è saliti a bordo scoprendo una vettura pensata per essere pratica e funzionale, con cruscotto personalizzabile Tft, display a sfioro, tanti vani portaoggetti, un info-intrattenimento d’avanguardia e sedili riscaldabili e regolabili elettricamente. Una Suv luminosa, con un’ottima visibilità su tutti i lati e l’ariosità ulteriormente valorizzata dal tetto panoramico di cui si può aprire la prima frazione. Non male anche la capienza del bagagliaio che va dai 497 litri fino ai 1.697 con divanetto abbattuto. A proposito, in optional è possibile aggiungere una terza fila di sedute fino a un massimo di sette posti.

 

Per quanto riguarda le sensazioni di guida bisogna considerare che la CR-V è un’ibrida diversa dalle altre, una Suv rispettosa dell’ambiente con velocità massima limitata a 180 km/h, uno zero-cento in 8,8 secondi e oltre 15 km con un litro di benzina nel misto, risultato pregevole per una vettura con una massa da 1.672 kg. E’ equipaggiata con un quattro cilindri 2.0 benzina a ciclo Atkinson da 145 cv e due unità elettriche, un alternatore e un motore, per una potenza complessiva di 184 cv e 315 Nm di coppia. Il motore a benzina, in città o nei percorsi extraurbani, fino agli 80 all’ora si comporta da generatore e carica la batteria. Superata questa velocità si entra in modalità Engine Drive, con il motore termico che si collega direttamente alle ruote, generando motricità e sfruttando quello elettrico solamente in caso di accelerazioni.

 

La trazione è integrale, e ciò assicura un buon grip sulla neve e sul ghiaccio, e la trasmissione non utilizza un Cvt (Cambio a variazione continua) tradizionale, ma un selettore e-Cvt, che agisce in presa diretta sulla trazione delle ruote, contribuendo a una elevata fluidità di marcia. Per questo le palette dietro al volante non servono per cambiare marcia ma per decidere il livello di intensità del freno motore e gestire il recupero di energia nelle fasi di rilascio.

 

Per il resto, e questo è un pregio, dentro l’abitacolo regna il silenzio e si può conversare molto agevolmente. La nuova Cr-V Hybrid è costruita con cura e dispone di una dotazione di sistemi di assistenza alla guida (ADAS) di tutto rispetto che comprende mantenitore di corsia, assistenza alla frenata, cruise control adattivo e telecamera posteriore con sensore di parcheggio.

Per avere in garage la Honda Cr-V Hybrid a trazione integrale il prezzo di partenza è di 39.250 euro.

 

Jeep Cherokee 2.0 AWD 272 cv

di Alice Aschedamini 

Jeep Cherokee è una delle vetture che chiunque sceglierebbe come compagna di viaggio per la settimana bianca. Si tratta di un modello che di esperienza ne ha raccolta parecchia per garantire, a chi la guida, grande comfort, ma anche tanta sicurezza sui terreni più impegnativi. La versione testata sui fondi innevati del Comprensorio Ponte di Legno – Tonale è stata la Cherokee Limited dotata del motore 2.0 litri, quattro cilindri in linea, a iniezione diretta, da 270 cv e coppia massima da 360 Nm, con cambio automatico a nove marce e trazione rigorosamente integrale.

 

Una chicca in quanto viene proposta dalla rete di vendita Jeep in modo particolare a chi ha elevate aspettative di comfort nei lunghi viaggi ed esige una potenza che sicuramente aiuta nel risalire i pendii più ripidi abbinata a una Suv che vanta grandi doti nel fuoristrada.

 

L’estetica è nota, la sua firma frontale è composta dalla mascherina di grandi dimensioni con le sette feritoie e nel Model Year 2019, ovvero il modello attualmente in commercio, il look è stato rinnovato in chiave più moderna con l’inserimento, per esempio, di finiture lucide per le cornici dei fendinebbia. Si tratta di un veicolo lungo 462 cm, largo 185, alto 170.

 

Il passo di 271 cm garantisce agio per gli occupanti, anche per chi siede sul divanetto posteriore. Il suo punto di forza rimane comunque il bagagliaio la cui capienza può arrivare a oltre 1.200 litri. Il portellone è automatico e un cicalino avverte che sta avvenendo la chiusura. All’interno c’è una presa da 12 Volt utile se si hanno dispositivi elettrici da ricaricare durante il viaggio come un monopattino oppure, perché no? l’over board.

 

Guidare la Cherokee in montagna è uno spasso, superare dossi innevati è facile grazie agli angoli di attacco e di uscita rispettivamente di 21 e 27,3 gradi; addirittura non ci sarebbero state difficoltà a guadare una pozza d’acqua alta mezzo metro, limitando la velocità a 8 all’ora.

 

A bordo questo modello offre un livello di comfort avanzato. I sedili anteriori sono in morbida nappa, riscaldabili e regolabili elettronicamente; il quadro strumenti a colori da 7 pollici è personalizzabile e l’auto è dotata del sistema di intrattenimento e comunicazione UConnect da 8,4 pollici con schermo tattile e connettività Apple CarPlay e Android Auto. Ma tutti questi dettagli da Suv Premium non condizionano le capacità fuoristradistiche tipiche del marchio Jeep che si affidano a tre innovativi sistemi di trazione integrale: il sistema Jeep Active Drive I completamente automatico; il sistema Jeep Active Drive II che migliora le prestazioni nei tratti in salita e che viene in aiuto in fuoristrada estremo; e infine il sistema Jeep Active Drive Lock che, alle caratteristiche dei primi due, aggiunge il bloccaggio del differenziale (disponibile però solo per la versione più ricca Trailhawk).

 

Tutte le tecnologie 4X4 sono abbinate al sistema di gestione della trazione “Select Terrain” che offre quattro modalità di guida a seconda del terreno che si deve affrontare; mentre sui tratti di strada facili la modalità 4×4 disconnette l’asse posteriore per ridurre i costi di esercizio e la dispersione di energia. Un bel giocattolino, vero? Sicuramente un valido compagno di viaggio. Il grande comfort e la sicurezza che vengono trasmesse al guidatore e agli occupanti in qualsiasi situazione sono un ottimo motivo per scegliere Cherokee come auto di famiglia. I consumi di si attestano intorno ai 15-16 km con un litro di verde (dati della casa). Il listino della Cherokee Awd automatica parte da 47.500 euro.

 

Opel Insignia Country Tourer 2.0D AWD 210 cv

di Mattia Madaro

L’Insignia è nota come l’ammiraglia della gamma Opel, ma la Country Tourer è molto di più. Ha subito un’evoluzione che l’ha trasformata nell’anello che connette il mondo urbano a quello del fuoristrada. L’uovo di Colombo? Una maggiore altezza da terra e un look da wagon-crossover, grazie alle protezioni in plastica grezza che corrono su tutto il profilo della vettura capaci di donare maggior aggressività e proteggere la carrozzeria quando la strada diventa bianca, sassosa, a dorso di mulo, tortuosa, piena di pozzanghere e fango…. Ma, si è chiesta la redazione di “Safe-Drive”, sarà riuscito il marchio tedesco a trasmettere questo forte carattere avventuroso nella dinamica di guida? Per testarla a fondo sono state scelte le strade del Passo del Tonale.

Il comportamento si è rivelato subito confidenziale tramite il selettore di guida che consente di personalizzare le reazioni ai comandi.

Già nella modalità Standard la macchina non ha problemi ad affrontare tornanti e salite, anche a pieno carico (quattro passeggeri con i loro bagagli). Gran parte del merito va al motore: un 1.956 cc, bi-turbo diesel, da 480 Nm di coppia, che si traduce in una spinta vigorosa e piena nonostante la mole considerevole di un’auto di 5 metri di lunghezza. I 210 cv, infatti, sembrano proprio la potenza ideale per una vettura di queste dimensioni, nata per viaggiare con la famiglia nel weekend, magari su un percorso di montagna. A gestire al meglio la cospicua coppia, c’è un cambio a doppia frizione, che permette al propulsore di trovarsi sempre nel regime ottimale e, in caso di velocità sostenuta, tenere sotto controllo i consumi. La casa dichiara oltre 14 km con un litro di gasolio. Per un’aderenza ottimale Opel ha pensato di dotare l’Insignia Country Tourer del sistema di trazione integrale, personalizzabile attraverso il menù di controllo.

 

A seconda del terreno che si affronta, la vettura è in grado di spalmare la coppia tra l’asse anteriore e quello posteriore fino ad arrivare al 50 e 50. Inoltre, ci sono tutti gli aiuti elettronici che ci si aspetta da una ammiraglia. La guida assistita di secondo livello comprende il radar collocato nella parte anteriore, il mantenitore di corsia e il cruise control adattivo, che regola autonomamente la velocità in base alla vettura che precede, rallentando se necessario fino all’arresto.

 

Tra le dotazioni hi-tech non sono da tralasciare i fari che di sera durante i test hanno giocato un ruolo fondamentale. La tecnologia a matrice di Led, infatti, fornisce l’illuminazione fino a 400 metri di distanza, regolando la profondità e la direzione per non abbagliare chi si incrocia o si segue.

 

Altro comfort irrinunciabile per chi viaggia molto è quello garantito dalle poltroncine. Opel ha lavorato fino a raggiungere la certificazione Agr, l’Ente tedesco che si occupa di classificare l’ergonomia dei sedili. Rilevante, infine, il ruolo del bagagliaio, uno dei più spaziosi della categoria, da 560 a 1.665 litri una volta ripiegata la seconda fila di sedili.

 

A suo agio nel traffico come sulle strade di montagna, questa wagon-crossover offre prestazione adeguate alle aspettative ma con consumi contenuti e un elevato rapporto qualità prezzo. Opel Insignia Country Tourer, con trazione integrale e trasmissione automatica 8 marce, costa 44.850 euro.

 

Peugeot 3008 1.5 BlueHDI 130 cv

di Marta Covioli

A Ponte di Legno, con la neve, si va da un impianto di risalita all’altro al volante di Peugeot 3008 gasolio BlueHdi, 130 cv, trazione anteriore. Un test sulla neve con un’auto, qualcuno di chiederà, senza 4×4? La risposta è sì, si può fare, perché la casa francese compensa con il sistema Grip Control quasi tutto quello che le concorrenti offrono con la trazione integrale. E la prova percorsa tra tornanti e passi alpini, terreni scivolosi e innevati, ha permesso di scoprire un’auto decisamente interessante. Nuova 3008 è stata rivista nelle forme, più scolpite e decise, con un’ampia calandra, fiancate muscolose e linea di cintura piuttosto alta.

 

Da vera Suv, strizza l’occhio all’offroad grazie alle protezioni in plastica dei passaruota. I cerchi in lega da 18 pollici, i fari Full Led, i particolari cromati e il doppio terminale di scarico sono invece peculiarità dell’allestimento al top di gamma, il Gt Line.

Diventa più grande, 445 x 184 x 162 cm, con 8 cm di lunghezza e 6 di larghezza più della precedente versione; nonostante ciò, la massa si riduce di 100 kg grazie all’utilizzo di un nuovo telaio. Naturalmente aumentano gli spazi e non solo per i passeggeri: il bagagliaio guadagna 90 litri arrivando a 520 e il “Magic flat” permette di creare una superficie di carico piatta, fino a 1.492 litri, abbattendo il divanetto posteriore. Ripiegando un solo sedile, invece, si possono trasportare facilmente sci o tavola da snow.

 

Un mix gradevole di materiali domina gli interni: plastiche morbide al tatto, tessuto e inserti cromati. A catturare subito l’attenzione è il volante con le sue dimensioni ridotte e tagliato in modo da permettere un’ottima visibilità della strumentazione digitale sul cruscotto: tutto questo forma l’ormai famoso Peugeot i-Cockpit. Impossibile non citare poi la possibilità di scegliere l’illuminazione dell’abitacolo e addirittura il tipo di fragranza che ci avvolgerà durante il nostro viaggio. Se non è comfort questo… Neppure le basse temperature impediscono di goderci la guida tra i bianchi paesaggi montuosi, grazie al riscaldamento dei sedili, avvolgenti in pelle e tessuto.

 

Pronta la risposta del 1.5 BlueHdi, un motore diesel da 130 cv abbinato a cambio automatico a 8 rapporti, e positivo il comportamento della vettura sui terreni più accidentati e viscidi. La Casa francese ha adottato la versione più avanzata del Grip Control, sdoganato nel 2009. L’alternativa alle quattro ruote motrici offre la modalità di guida più idonea al terreno che si sta affrontando (normale, neve, fango, sabbia, controllo di stabilità disattivato); in base alla selezione effettuata varia il trasferimento della trazione alle due ruote motrici, riducendo quindi il rischio di pattinamento, di rimanere infangati o insabbiati. A patto che si montino pneumatici adeguati e non ci si avventuri in situazioni troppo estreme.

Peugeot 3008, non a caso vincitrice di ben 62 premi in tre anni, tra cui il <Car of the Year 2017>, è stata una fedele e preziosa compagna in questo viaggio di Safe-Drive tra le nevi dell’Adamello, consumando nel ciclo misto circa 4,5 litri di gasolio ogni 100 km. Adeguato anche il prezzo di partenza, fissato da Peugeot a 33.950 euro per il top di gamma GT Line.

 

Renault Kadjar 1.7 Blue DCI 150 cv

di Jacopo Mattei

Che cosa hanno in comune un quad e una Renault Kadjar con trazione integrale? Esternamente, a prima vista verrebbe da dire nulla. Eppure, qualcosa c’è. E non si tratta soltanto del nome della Suv crossover, che in parte nella lingua macedone rimanda proprio al quadriciclo che fa del fuoristrada il suo habitat ideale, ma piuttosto di una caratteristica che li accomuna… l’essere praticamente inarrestabili.

 

Rinnovata attraverso un profondo e corposo restyling, l’allestimento Black Edition si contraddistingue esteticamente per la tinta metallizzata Nero Etoilè che ne sottolinea l’eleganza e al tempo stesso il carattere grintoso. Il nero si rivede nei possenti cerchi in lega diamantati da 19 pollici e negli interni dove comfort, spazio e funzionalità regnano sovrani.

 

Il bagagliaio è spazioso. La capacità iniziale di carico è di 470 litri, estendibile fino a 1,478 con la seconda fila di sedili reclinata. Comoda la doppia sezione indipendente del pianale e il sedile del passeggero ribaltabile che permette di trasportare oggetti ingombranti, come per esempio degli sci. Chiavi, cellulare, portafogli o altro ancora trovano la loro giusta collocazione nei diversi vani portaoggetti che caratterizzano l’abitacolo della Suv transalpina.

 

Nonostante una lunghezza di quasi 450 centimetri e un’altezza di poco più di 160, la guida si fa apprezzare per precisione e maneggevolezza. Le sospensioni premiano la comodità e permettono di smorzare al meglio le sconnessioni del terreno anche quando si viaggia su strade dal fondo molto irregolare.

Ma è ora di tornare al paragone iniziale con l’universo del quad che forse a qualcuno farà storcere il naso. I diffidenti possono mettersi il cuore in pace, perché la trazione a quattro ruote motrici di Kadjar non teme confronti. La Suv è stata messa a dura prova nella splendida cornice del comprensorio sciistico Ponte di Legno-Tonale, dove, fra neve e impegnativi saliscendi, se l’è cavata egregiamente anche grazie all’indomabile motore Dci da 1.7 litri di cilindrata da 150 cavalli.

 

Il cervello di Kadjar che risolve con perizia tutte le situazioni, anche le più insidiose e difficili, si comanda attraverso un selettore posto sul tunnel centrale, che permette di scegliere tra tre differenti tipologie di trazione. Spostando il cursore su 4WD Auto, il sistema elettronico consente il trasferimento della coppia motrice anche alle ruote posteriori, arrivando all’occorrenza a una ripartizione di 50 e 50. Con 4WD Lock, si attiva la modalità di guida più estrema, utilizzabile fino a 40 km/h che blocca la trazione al 50% sull’asse anteriore e 50% su quello posteriore. In questo modo gli alberi diventano solidali e ruotano alla stessa velocità.

 

C’è poi 2WD, l’opzione migliore per la guida di tutti i giorni in città, la spinta dell’auto è prerogativa del solo asse anteriore: francamente nel viaggio alpino di Safe-Drive non è stata quasi mai selezionata. Perché è proprio la possibilità di scegliere dove e come distribuire la trazione che fa di Kadjar un’auto camaleontica, capace di adattarsi a tutte le esigenze di guida.

Il prezzo di Kadjar 1.7 diesel in allestimento Black Edition 4×4 è di 36.700 euro.

 

 

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