EcoBonus? Non scherziamo

di Massimo Ghenzer*

Il tema dell’inquinamento atmosferico è una faccenda terribilmente seria che, nel nostro Paese, è affrontata in maniera caotica e scoordinata. Si richiede invece, una programmazione e una regia centrale dell’Esecutivo, competente e credibile, che determini i percorsi da compiere per migliorare le emissioni nei prossimi anni. Il problema centrale è rappresentato dalla anzianità del parco circolante, sia auto, sia veicoli commerciali e bus, che deve essere rinnovato.

Il tutto non può essere realizzato con colpi ad effetto, ma partendo dalla constatazione che il costo di gestione e di acquisto di una automobile grava molto sul bilancio delle famiglie italiane. Le amministrazioni locali hanno creato ansia e incertezze ai consumatori individuando nel diesel, anche di ultima generazione, il solo e unico nemico da abbattere. Grosso errore, perché le emissioni dei nuovi diesel sono migliori del benzina.

L’effetto sul mercato è stato raggiunto, le vendite di diesel sono crollate ma le emissioni medie di CO2 non sono diminuite, anzi sono aumentate. Ora con il Bonus/Malus che qualcuno ha voluto battezzare, spero ironicamente, EcoBonus, si è creata ancora più confusione. Si incentivano gli acquisti di pochi modelli elettrici e si tassano i CO2 otre i 160 grammi per chilometro.

Due errori incredibili. Primo, i modelli elettrici attualmente a disposizione per una clientela media si contano sulle dite di una mano e peraltro sono considerati, dal mercato, troppo cari e di non facile utilizzo. Secondo, indicare in 160 grammi di CO2 la soglia dei cattivi sorprende, quando entro la fine di questo decennio le emissioni di CO2 dovranno essere meno di un terzo dell’indicato 160. Ma errore ancora più grosso è quello di credere che con le penalizzazioni agli acquisti si arriverà al miglioramento dell’aria che respiriamo . Tutto questo caos e incertezza, creano ansia nei consumatori e con l’ansia è difficile scegliere una nuova auto. In questo quadro surreale l’automobilista viene ulteriormente penalizzato. Incredibile essere così poco strategici e rispettosi  per un comparto industriale che contribuisce in maniera notevole al Pil ed all’Erario.

*Presidente di Areté-Methodos

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