È boom Suzuki in Italia grazie alla tecnologia hybrid

L’exploit di vendite della Suzuki Hybrid generation rappresentata dai modelli IGNIS, SWIFT e BALENO, quasi decuplicate in un anno, ha portato la Casa di Hamamatsu a conquistare nel 2017 il secondo posto nello Stivale nella classifica dei marchi “green”. Un trend di successo che sembra destinato a ripetersi anche nel 2018

 

di Damiano Bolognini Cobianchi

 

I numeri dell’exploit in Italia dell’ibrido Suzuki sono impressionanti: nel 2017 le versioni ecologiche di Ignis, Swift e Baleno hanno venduto complessivamente 4.240 unità, con un +962% sull’anno precedente, quello del lancio, quando ne furono consegnate 399. Vantaggiosa in termini economici, leggera, compatta ed efficace, la tecnologia Suzuki Hybrid messa a punto ha permesso alla Casa di Hamamatsu di scalare rapidamente le posizioni della classifica dei marchi “green” più apprezzati del Belpaese, sino a raggiungere il secondo posto assoluto, alle spalle di Toyota. Inizialmente accolto dalla critica con scetticismo, forse anche per la sua grande semplicità di utilizzo, il sistema ibrido di Suzuki è diventato amatissimo da una quota sempre più crescente degli automobilisti del nostro Paese, sempre più attenti alla componente della voce macchina nella gestione del budget familiare. Questa soluzione, infatti, permette di beneficiare dei vantaggi nella riduzione dei consumi e delle emissioni, tipici delle più pesanti e complesse tecnologie ibride proposte dalla concorrenza, nonostante non marci totalmente in modalità elettrica. Il suo costo finale per il cliente è di soli mille euro in più rispetto al medesimo modello esclusivamente a benzina. Come tutte le altre ibride, anche quelle Suzuki beneficiano dei medesimi permessi alla circolazione, in vigore nelle aree a traffico limitato di molte città italiane, oltre che di tutte le agevolazioni previste localmente per questo tipo di auto. Insomma, per dirla all’americana, si tratta di una scelta furba di tipo win-win: vantaggiosa per il portafogli di chi guida e vantaggiosa per l’ambiente.

La leggerezza dell’essere

La semplicità e l’efficienza, insieme all’affidabilità e alla durata, sono da sempre elementi cardine dei progetti del brand del Sol Levante, la nona per vendite di veicoli al mondo, con oltre 3 milioni di unità l’anno. I suoi mezzi sono apprezzati da molti automobilisti perché su strada e off-road (dove Suzuki è un vero riferimento), traducono questi principi in efficacia di guida e grande maneggevolezza, sin da quando nel 1955 fu lanciata la prima vettura, la berlinetta Suzulight. Nei quasi cento anni di storia dell’attività dell’impresa fondata dalla famiglia Suzuki, celebrata da “Quattroruote” con il prestigioso riconoscimento Gianni Mazzocchi per essere sempre “rimasta coerente coi valori di qualità e servizio al consumatore voluti dal fondatore Michio Suzuki” (il premio è stato ritirato lo scorso 6 febbraio a Milano dal CEO Toshihiro Suzuki), non sono mai state seguite le mode, ma spesso sono stati precorsi i tempi. L’ultimo esempio arriva, proprio, dall’introduzione della tecnologia Hybrid Generation. Il suo cuore – chiariscono da Hamamatsu – è “l’Integrated Starter Generator (ISG), costituito da un alternatore che riunisce le funzioni di tre componenti (motore elettrico, alternatore e motorino di avviamento), fornendo un surplus di potenza in accelerazione e in ripresa. Questo sistema, di soli 6,2 kg di peso, spiegano i tecnici – produce energia durante le frenate, accumulandola in un’efficiente e leggera batteria agli ioni di litio da 12 V”.

La forza della semplicità

Suzuki Hybrid equipaggia, oggi, tre modelli Suzuki: Ignis, Swift e Baleno. Viene proposto in abbinamento ai propulsori a benzina 1.0 turbo Boosterjet e 1.2 Dualjet, sia con le due sia con le quattro ruote motrici. Il suo utilizzo permette vantaggi reali in termini di percorrenze chilometriche: secondo i dati di omologazione forniti dalla filiale italiana, guidata da Massimo Nalli, per esempio su Swift permette di tagliare i consumi sul ciclo urbano del 17%.

Il tutto senza rinunce in fatto di abitabilità o capacità di carico, dal momento che con le sue dimensioni ridotte, la componente elettrica lascia invariata la capacità del vano bagagli e non compromette gli spazi interni. Gli accumulatori, poi, in tutti e tre i modelli sono alloggiati sotto il sedile del guidatore. “L’IGS – sottolineano dalla filiale – è il massimo della praticità, perché non richiede alcun intervento da parte del pilota, non ha bisogno di ricariche esterne e lavora in modo puntuale e preciso solo quando serve, assistendo il motore in fase di partenza e accelerazione, aumentandone l’efficacia e la resa”. In queste situazioni, il propulsore elettrico “sfrutta l’energia accumulata nelle fasi di frenata e aiuta quello termico a vincere le inerzie, permettendogli di risparmiare carburante, con una progressione brillante e lineare, che si traduce in un grande piacere di guida su ogni percorso”.

Nel 2018 partenza con il “turbo”

L’exploit “green” di Suzuki del 2017 sembra destinato a proseguire in quest’inizio di 2018. In gennaio, infatti, le versioni ibride di Baleno, Ignis e Swift hanno totalizzato 674 unità (fonte Unrae), contro le 293 dello stesso mese del 2017. A guidare questo tris d’attacco è la Suv compatto Ignis, con 336 esemplari (erano state 2.409 in tutto lo scorso anno), davanti alla sportiva Swift con 287 (1.245) e alla pratica Baleno con 51 (586). La partenza, quindi, potrebbe essere quella giusta verso altri 12 mesi da record e verso un ulteriore crescita della quota di mercato complessiva del marchio, incrementata nella passata annata sino a 1,58% (31.090 unità), contro l’1,24% del 2016 (22.631). Tanto più che l’IGS, con il recente acuirsi delle problematiche ambientali locali, aumenta il suo appeal, dal momento che, come ricorda la stessa Suzuki Italia, “molte amministrazioni concedono alle auto ibride riconosciute dal ministero dei Trasporti, vantaggi quali l’esenzione dal pagamento del bollo fino a cinque anni, l’accesso alle Ztl o la sosta gratuita nei parcheggi con strisce blu”. Si tratta di benefici che permettono di compensare ampiamente i 1.000 euro aggiuntivi di prezzo richiesti per questa tecnologia che, al momento, viene offerta con prezzi chiavi in mano inferiori ai 15.000 euro. “L’unicità nell’eccellenza tecnologica – sottolinea il Presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli – è ciò che i clienti si aspettano da Suzuki. Siamo, per scelta, il Costruttore che rende disponibili i sistemi tecnologici più complessi nei segmenti più diffusi e popolari del mercato, senza rinunciare alla distinzione dalle scelte di massa. L’ibrido, la trazione integrale All-Grip, i sistemi di assistenza alla guida – attentofrena, guidadritto, restasveglio, vedoperte -, la leggerezza combinata alla robustezza, i conseguenti consumi record, sono riconosciuti come marchi di fabbrica del nostro Brand e su essi si baseranno le strategie dell’immediato futuro”.

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