Dal dire al fare sull’elettrico

 

di Massimo Ghenzer

 

Si va diffondendo, sempre con maggiore forza, che il futuro dell’auto sarà a trazione elettrica, come i treni; peraltro, l’interesse diffuso di tutto il mercato, anche da un punto di vista sociale, non può che supportare lo sviluppo e la vendita di vetture elettriche. Da un’analisi di fattibilità più attenta, tuttavia, molti sono gli obiettivi da realizzare per raggiungere la diffusione in massa delle vetture elettriche. Nel mondo si producono circa 90/100 milioni di veicoli. In Europa, molti sono diesel, Negli Usa e in Cina sono soprattutto a benzina. Toyota crede nell’ibrido ed è l’unica ad avere una gamma completa. I francesi e la Nissan puntano sull’elettrico e sono stati tra i primi a impegnarsi a fondo. Ora pure i tedeschi stanno dichiarando che dal 2020 in poi faranno sul serio. E anche Fca, di recente, ha detto che comincerà a occuparsi dello sviluppo di veicoli elettrici.

 

Numeri ancora bassi

 

Nel frattempo, però, di auto elettriche se ne vendono poche e quelle ibride sostanzialmente sono Toyota. I motivi sono molteplici. Una vettura elettrica, in media, costa il doppio di una corrispondente a benzina e/o diesel. Il concetto di «riserva», fondamentale nelle auto tradizionali, in quelle elettriche non ha utilità perché i punti di ricarica sono per il momento scarsissimi. L’autonomia, poi, è bassa e tutto questo crea ansia. Il cliente, inoltre, è incerto sul valore dell’usato. E le Case? Per loro non è facile passare con gradualità, ma decisione, dal motore tradizionale a quello elettrico.

 

Cosa attende le Case

 

Devono rivedere profondamente l’assetto progettuale e di produzione, e devono rivisitare i processi di vendita e assistenza post vendita. Devono anche convertire e/o creare una nuova classe di ingegneri con il compito di sviluppare prodotti elettrici di qualità che durano nel tempo e siano affidabili. L’eccellenza raggiunta dalle vetture tradizionali renderà i consumatori esigenti nel giudicare l’efficienza delle auto elettriche. E i Governi, oltre a «dirsi» convinti dell’elettrico, dovranno cominciare a destinare risorse importanti alla sua diffusione. Per il momento, al di là di qualche esempio virtuoso in Nord Europa e negli Usa, il processo non si è avviato massicciamente. Non dimentichiamo che anche se l’elettrico è il futuro, un sano bagno di realismo su fattibilità e costi è alla base degli investimenti industriali.

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