Covid-19: dal World Economic Forum appello per l’auto

Mentre le aziende cinesi tentano di rialzare la testa e riavviano le attività dopo i blocchi alla produzione seguiti dal diffondersi del coronavirus, gli impatti economici dell’epidemia stanno lasciando un segno profondo nel settore automobilistico del Paese. Con un pesante effetto domino sull’industria mondiale dell’auto, adesso e per i mesi a venire, poiché la carenza di forniture dalla Cina ha bloccato di fatto la produzione nel mondo.

Secondo Michelle Avary, responsabile del Dipartimento Automotive del World Economic Forum, per far rialzare la testa al settore «i governi dovranno intervenire per aiutare le concessionarie e i produttori a sostenere il costo aggiuntivo dato dalle scorte immagazzinate e non ’smaltitè durante la diffusione del virus e la sospensione delle attività».

Durante la diffusione del virus, spiega Avary nella sua analisi, le vendite di auto in Cina sono diminuite di circa l’80% e c’è stato di conseguenza un brusco rallentamento della produzione, che ha subìto un calo del 78%. Mentre i livelli di produzione sono diminuiti, i magazzini cinesi sono rimasti pieni di scorte restate invendute. Sebbene quasi l’80% delle concessionarie in Cina abbia riaperto i battenti, le vendite fanno ancora fatica a riprendere, con un aggravio di costi per i produttori e per le concessionarie stesse. E nelle prossime settimane, anche se con quantità di scorte diverse, anche in Europa e negli Stati Uniti i grandi gruppi dovranno affrontare una situazione simile alla Cina.

La Cina è il più grande mercato automobilistico del mondo e Wuhan, la città al centro dell’epidemia, è nota come la «città delle auto», visto che ospita impianti come quelli di General Motors, Honda, Nissan, Peugeot Group e Renault. Solo per l’Honda, Wuhan rappresenta (o meglio rappresentava) circa il 50% della produzione totale in Cina.

Nel 2019, la provincia di Hubei, di cui Wuhan è la capitale, era il quarto produttore di automobili nella Repubblica Popolare,con circa il 10% della capacità produttiva del Paese e 2,24 milioni di veicoli prodotti. L’associazione cinese dei produttori di auto ha recentemente previsto una riduzione del 10% delle vendite per la prima metà dell’anno e un calo del 5% per l’intero 2020. Per fronteggiare questa situazione numerose aziende hanno rapidamente attivato nuove piattaforme di vendita online. Mentre altre (come le case automobilistiche Byd Co. e Gac Motor Co) hanno iniziato a produrre maschere e disinfettanti nelle loro fabbriche.

La capacità prevista per la produzione di Byd è di 5 milioni di maschere e 50 mila bottiglie di disinfettante al giorno, con il primo lotto donato a conducenti di autobus pubblici, taxi e ai volontari che combattono l’epidemia.

 

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