Così cambiano le omologazioni nell’Ue

L’Europarlamento ha approvato il nuovo regolamento sulle modalità di omologazione delle automobili nella Ue per rafforzare l’indipendenza dei controlli e a prevenire i conflitti di interesse, facendo chiarezza sulle responsabilità delle autorità nazionali di omologazione, dei centri di test e degli organismi di vigilanza del mercato. Si tratta delle norme approvate sulla spinta dello scandalo Volkswagen. Il regolamento, approvato con 547 voti in favore, 83 voti contrari e 16 astensioni, dovrà essere ora formalmente approvato dal Consiglio e sarà applicabile dal 1 settembre 2020.

Le regole da seguire

In ogni Stato dovrà essere effettuato un numero minimo di controlli sulle autovetture all’anno, almeno uno ogni 40mila nuovi veicoli immatricolati in uno Stato membro e almeno il 20% dei test dovrà riguardare le emissioni. Per i Paesi con un basso numero di immatricolazioni, dovranno essere effettuati un minimo di cinque controlli l’anno in totale. La Commissione europea potrà inoltre effettuare controlli e ispezioni sui veicoli per verificarne la conformità e potrà infliggere sanzioni amministrative fino a 30mila euro per ogni veicolo non conforme. Viene introdotto un nuovo sistema di controlli per garantire che le automobili rimangano entro i limiti di emissione per tutto il loro ciclo di vita. I centri di prova (i cosìddetti «servizi tecnici») saranno sottoposti a revisioni regolari e indipendenti.

A pagare è il costruttore

I proprietari di auto saranno rimborsati qualora dovessero essere obbligati a effettuare riparazioni sui propri veicoli, in caso di non rispetto delle norme da parte del costruttore, a meno che il costruttore non ne decida il ritiro. Le officine indipendenti avranno accesso alle informazioni relative ai veicoli per poter competere con i concessionari e contribuire alla riduzione dei prezzi

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