Con questi numeri il parco circolante non si rinnova

di Gian Primo Quagliano*

Nonostante le feste e i ponti il mercato dell’auto va o almeno così sembra. In aprile le immatricolazioni di autovetture sono state 174.412 con un incremento dell’1,5% sullo stesso mese del 2018. La crescita è certamente modesta ma, dopo il calo del 3,1% del 2018 e dopo i tre cali mensili consecutivi con cui è iniziato il 2019, il segnale positivo va colto, ma non modifica significativamente il quadro del mercato dell’auto.

L’aprile scorso è stato il primo mese in cui si è potuto effettivamente usufruire degli incentivi statali per l’acquisto di auto a basso impatto ambientale. L’apporto alle immatricolazioni dei bonus, se vi è stato, è stato comunque modesto e più che compensato dai malus, cioè dall’incremento delle imposte sulle immatricolazioni introdotte contestualmente ai bonus. Il piccolo incremento di aprile va dunque attribuito ad altre cause. Un fattore che ha certamente influito è stato proprio la possibilità di “ponti” particolarmente interessanti che ha indotto molti acquirenti a chiedere con insistenza l’immatricolazione di nuove auto nella prima parte del mese proprio per affrontare i ponti con la macchina nuova.

L’andamento giornaliero delle immatricolazioni nel corso del mese conferma che vi sono stati risultati molto positivi nelle prime due settimane seguiti da dati decisamente più contenuti nella seconda parte del mese. Un ruolo importante per determinare il risultato positivo del mese va quindi sicuramente attribuito al calendario e non solo per la ragione appena citata, ma anche, e soprattutto, perché quest’anno aprile ha avuto un giorno lavorato in più rispetto allo stesso mese del 2018, giorno lavorato che in termini di immatricolazioni vale circa il 4,5% del totale mensile. È dunque evidente che, al netto dell’effetto di calendario, il risultato di aprile sarebbe stato in calo e quindi in linea con i risultati del primo trimestre che, come è noto, si era chiuso con un calo del 6,5%, mentre nel primo quadrimestre la contrazione si è ridotta a -4,6%.

Il dato di aprile non muta quindi la situazione complessiva del mercato dell’auto che, dopo il calo del 2018 a cui si è accennato più sopra, dovrebbe far registrare nel 2019 una contrazione del 5,8% portando le immatricolazioni da 1.910.564 del 2018 a quota 1.800.000 a fine 2019, un livello non sufficiente per assicurare il corretto rinnovo di un parco circolante di oltre 39 milioni di autovetture come è quello italiano. Le ragioni principali di queste situazioni sono essenzialmente due. La prima è il quadro economico che resta molto preoccupante nonostante la piccola crescita del Pil (+0,2%) nel primo trimestre dell’anno che per il momento è solo una rondine che non fa primavera. La seconda ragione è la persistente demonizzazione del diesel che crea un notevole disorientamento negli automobilisti che devono sostituire un’auto diesel e non trovano sul mercato una soluzione altrettanto conveniente.

*Presidente del Centro studi Promotor

 

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