Con il “boom” di auto elettriche sarà “sboom” di occupati

Le due facce della medaglia della “nuova” mobilità, quella elettrica. Se da un lato a guadagnarci sarebbe l’ambiente (rimangono tuttavia ancora interrogativi senza rispose), dall’altra potrebbero sorgere gravi problemi di carattere sociale. E ad andarci di mezzo sarebbe l’occupazione. E’ quanto evidenzia uno studio dell’Istituto tedesco Fraunhofer commissionato dal sindacato Ig Metal.

In Germania a rischio 75.000 posti

In pratica, dei 210.000 lavoratori diretti in Germania preposti alla produzione di motori nella Case automobilistiche e i vari fornitori, almeno 100.000 spariranno, mentre saranno creati solo 25.000 nuovi posti. Lo sbilancio è evidente: –75.000 occupati.  La ricerca riguarda le aspettative al 2030 con un ipotetico 25% di vetture elettriche in circolazione e il 15% di modelli ibridi.

Lo studio proviene da un Paese, la Germania, dove i tre big dell’auto locali, a partite dal colosso Volkswagen, hanno annunciato investimenti per fiumi di miliardi proprio nello sviluppo di motori elettrici, un’offensiva in parte già iniziata ma che dal prossimo anno comincerà a marciare a ritmi sostenuti.

Occorre equità e buon senso

È evidente, a questo punto, che ci vuole un  maggiore equilibrio e, soprattutto, una maggiore considerazione da parte delle autorità Ue e nazionali sugli enormi progressi compiuti, in tema di “green”, dalle motorizzazioni tradizionali, in particolare il sempre più criticato diesel.
L’allarme partito da Berlino servirà a smuovere le acque? Tornare indietro, allo stato dei fatti, è pressoché impossibile, visti gli investimenti annunciati dai costruttori, tra cui proprio nei giorni scorsi la stessa Fca: 9, dei 45 miliardi di euro complessivi previsti entro il 2022, nelle motorizzazione elettrificate.

Il business delle materie prime

Il tema è più che mai all’ordine del giorno, tra esigenze reali di arrivare gradualmente a una mobilità più virtuosa e “pulita”, ma anche tanta demagogia e l’immancabile business, in questo caso relativo alle materie prime necessarie a produrre le sempre più efficienti batterie. È necessario conciliare economia, occupazione e ambiente e, soprattutto, fissare limiti sulle emissioni raggiungibili e non dettati per lo più dalle solite ragioni politiche.

 

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