Con il 2018 l’obbligo dell’e-call

di Pier Luigi del Viscovo*
Il 2018 come sarà? Quali fatti importanti occuperanno la scena del mercato dell’auto? Senz’altro, le forze che lasceremo in campo alla fine del 2017 continueranno a farsi sentire. La prima è senz’altro il pesante stock di auto nuove che hanno i concessionari. Ufficialmente un mese di vendite, ma poi parlando con qualche manager delle Case si apprende che in realtà un mese sono solo le vetture già targate, a cui poi si aggiungono quelle fatturate, ma ancora da immatricolare. Pensare che non saranno protagoniste è un’illusione: devono uscire e anche in fretta, prima che comincino a pesare troppo anche in termini finanziari. Per riuscirci, i clienti dovranno essere convinti a suon di sconti, con l’aiuto delle Case o senza. Insomma, il 2017 potrà anche finire a giorni, come sell-in, ma proseguirà per un paio di mesi come sell-out.

Il ruolo del noleggio

Negli altri canali, il noleggio a lungo termine sarà ancora la forza che spariglia, che modifica l’assetto della domanda attirando sempre più nuovi clienti tra le partite Iva e le piccole ditte, sottraendo alle concessionarie l’opportunità del post-vendita, quando non anche la vendita tout court. Però nel 2018 non avrà il vantaggio fiscale del super-ammortamento, che nel 2017 ha permesso di offrire canoni aggressivi, rendendo ancor più competitiva una proposta già in grande spolvero.
Ecco la star dell’anno
Ma la star dell’anno potrebbe essere invece proprio l’auto in sé, come prodotto. A marzo diventerà obbligatorio il dispositivo dell’e-call su tutti i nuovi modelli. In termini di mercato sarà poca roba, ma l’impatto mediatico potrebbe accendere le luci su tutta quella telematica di cui moltissime auto sono già dotate, ma di cui poco o nulla arriva all’automobilista. L’Italia è tra i Paesi con la più elevata penetrazione di scatole nere, ma finora sono rimaste un prodotto B2B, utile a contrastare le frodi assicurative. Il guidatore ne beneficia al momento del pagamento del premio, quando riceve le briciole del reale minor costo che quella macchina rischia di generare, e poi nel caso di furto, che però resta una frequenza marginale.
La speranza (se ne parlerà a La Capitale Automobile il prossimo 2 febbraio) è che l’avvento dell’’e-call schiuda le porte a un’era di reale connettività, dove guidatore e smartphone possano davvero dialogare con l’auto. Senza esagerare, s’intende, perché… se scoprissero di non avere molto da dirsi?
*Fleet&Mobility

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