Comunicare senza “fake”, ecco la sfida

di Massimo Ghenzer*

Il mondo dei media da anni è in evoluzione e come assodato il digitale e la velocità di Internet hanno in parte sostituito la carta stampata. Quest’ultima è diminuita come copie, ma la sua funzione è tutt’altro che conclusa. Internet svolge un compito a rete che consente scambi continui e direttamente tra gli stessi lettori/utilizzatori.

Tale funzione non può ovviamente essere assolta dalla carta stampata. Recentemente, in Gran Bretagna, il “Guardian”, storico giornale del Regno Unito, ha completamente evoluto il suo approccio alla comunicazione. Giustamente non pretende di competere in velocità con i mezzi moderni della rete per diffondere le notizie: ne uscirebbe sconfitto. Strategicamente ha scelto la strada degli approfondimenti e del dibattito su temi centrali per i lettori, collegati alla cronaca e no. Un percorso da costruire con i giornalisti attenti alla qualità dell’informazione avanzata e ponderata.

Lo scenario

Gli investitori pubblicitari si rivolgono in maniera crescente al digitale, ma la comunicazione televisiva rimane il mezzo in grado di catturare il mercato su un piano emotivo. I social hanno un ruolo certamente importante che sembra però avere alcune storture che ultimamente emergono. Carta stampata e Tv debbono sottostare a giuste regolamentazioni che accertano la imparzialità e la trasparenza della comunicazione. I social e Internet non hanno trovato ancora un assetto definitivo che consenta di individuare ed eliminare le cosiddette fake news.

La logica richiede che l’identificazione in gruppi di consumo dei consumatori con algoritmi sempre più sofisticati non sia oggetto di una gestione selvaggia non regolamentata.

Privacy e regole

Sembra strano, ma da quando le leggi sulla privacy sono diventate più stringenti, la protezione della stessa per il cittadino appare in diminuzione. La qualità dell’informazione è l’obiettivo primario da perseguire. Con grande difficoltà si realizza per la carta stampata e la Tv, oggetto di leggi precise a garanzia dell’utente. Non altrettanto avviene per la comunicazione via Internet. È arrivato il tempo di regolamentare la comunicazione in rete e garantire qualità e trasparenza.

 *Presidente di Areté Methodos

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