C’è troppa confusione normativa e vischiosità burocratica

di Franco Fenoglio*

Mentre ci si lancia in vaghe affermazioni sulla necessità di attuare una politica verde sempre più avanzata, nessun progetto indica in quale modo si possa realisticamente ottenere un significativo rinnovo del parco circolante, la cui anzianità media continua intanto a crescere. Siamo al paradosso: mentre i Costruttori vengono stressati per realizzare prodotti tecnologicamente sempre più sofisticati, che rispondano a standard estremi in termini ambientali e di sicurezza, il 61,7% dei veicoli con massa totale a terra superiore alle 3,5t circolante in Italia è ante Euro IV. Siamo in presenza di un parco circolante tra i più vecchi d’Europa, con un’età media di 13,8 anni”.

È una situazione drammatica, sia dal punto di vista della sicurezza che della sostenibilità. L’autotrasporto di merci è uno snodo essenziale dello sviluppo economico. Dunque, la diffusione di veicoli di nuova generazione deve essere promossa con decisione a tutti i livelli da tutte le rappresentanze dei settori interessati.

Occorre poi eliminare al più presto confusione normativa e vischiosità burocratica, anch’esse figlie della distrazione del sistema dal settore, che rendono estremamente faticoso per costruttori e allestitori portare i loro prodotti sul mercato in modo economicamente remunerativo e socialmente utile.

Il confronto con gli altri mercati europei concorrenti, dove si fa sperimentazione e si sostiene l’innovazione, diventa sempre più deprimente. Solo con il lavoro coordinato di tutti e senza fughe velleitarie dalla realtà sarà possibile indirizzare lo sviluppo dell’autotrasporto italiano verso un aggiornamento significativo dei mezzi in circolazione, per raggiungere presto gli obiettivi che tutti – a parole – sembrano auspicare.

E non dimentichiamo che il comparto di costruzione, distribuzione e assistenza dei veicoli industriali si dimostra quotidianamente un vero e proprio serbatoio di occupazione qualificata. Un serbatoio che purtroppo si sta pericolosamente svuotando, davanti alla carenza, nei prossimi anni, di circa 20.000 conducenti e oltre 5.000 tecnici specializzati. Mentre tentiamo di promuovere una formazione adeguata di giovani da indirizzare verso le aziende del comparto, dobbiamo ribadire che il lavoro in questo settore è ormai ben lontano dagli stereotipi negativi dai quali dobbiamo allontanare definitivamente l’opinione pubblica, ancora vittima di una informazione manipolata e distorta.

*Presidente di Unrae Veicoli Industriali

 

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