Buongiardino al viceministro: “Soluzioni per risollevare l’auto”

Pubblichiamo la lettera che Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzaziome, ha inviato al viceministro dell’Economia, Antonio Misiani., 

Il mondo che rappresentiamo conta circa 125.000 imprese in Italia, che occupano circa 450.000 addetti (agenti esclusi) e genera un fatturato diretto di circa 100 miliardi, ossia quasi il 6% del nostro PIL. Pensi che solo in Lombardia, la regione più colpita dal Covid-19, la categoria Automotive è composta da circa 25.000 aziende, con 100.000 addetti e un fatturato di oltre 20 miliardi..

Questo settore è rimasto fermo dal 10 marzo fino al 3 maggio e, posto che nel mese di maggio si possa arrivare a circa 80.000 vendite, nel periodo marzo-maggio avremo perso quasi 300.000 vendite di vetture nuove ed almeno altrettante di usato. Sulla base dei segnali di questi primi giorni di riapertura, registriamo una tipologia di vendita di vetture di basso prezzo, ovvero gli acquisti di necessità, anche per evitare l’uso del mezzo pubblico. Ciò non è sufficiente e soffoca i margini delle vendite.

Gli operatori e le Case hanno varato offerte di vendite dilazionate, a tasso molto contenuto se non nullo e con differimento nel pagamento delle prime rate, ma questo non basta a dare ossigeno al mercato. Si tratta di una situazione insostenibile che sta minando i conti e la tenuta delle nostre aziende già in difficoltà da anni. Le conseguenze della crisi economica del 2007/2009, infatti, ha prodotto in quegli anni la perdita del 35% del mercato delle nuove immatricolazioni di autovetture, che ovviamente ha avuto conseguenze drammatiche sul numero delle aziende, in particolare concessionari, con la chiusura di circa 1.400 realtà. 

Finalmente e faticosamente eravamo riusciti a tornare su livelli vicini a quelli ante crisi e ora ne affrontiamo una ancor più dura. Il 2020 non promette nulla di buono ed in mancanza di iniziative di sostegno pubblico, prevediamo un calo del 45% sulle immatricolazioni rispetto al 2019, un calo da 1.900.000 a 1.050.000 immatricolazioni.

Ciò metterebbe a rischio la sopravvivenza del settore e una quota straordinaria di occupazione, con conseguenti oneri per ammortizzatori sociali a carico dello Stato. Abbiamo quindi necessità nell’immediato di incentivazioni straordinarie a beneficio dei clienti privati e un quadro di riferimento migliore per l’utenza aziendale e partite Iva.

Proponiamo un bonus all’acquisto di auto nuove non solo elettriche, in quanto più costose d ancora penalizzate per autonomia e infrastrutture, tenendo conto che anche le motorizzazioni tradizionali benzina e diesel hanno raggiunto un ottimo livello di pulizia allo scarico, come dimostrato dai rilevamenti effettuati in questo periodo di blocco quasi totale della circolazione, che ci consentono di sfatare l’immagine dei motori endotermici come maggior fonte di inquinamento.

Si potrebbe articolare il contributo come bonus rottamazione, favorendo così il ricambio del parco circolante, tra i più vetusti d’Europa e ci permettiamo di proporre un bonus robusto nei primi mesi fino ad agosto, di entità vicina al 20% del prezzo del veicolo per quelli di fascia bassa, del 15% per i veicoli di fascia media e del 10% per i veicoli di fascia alta, e poi nel caso proseguire con entità più modeste se sarà necessario fino a fine anno.

Sappiamo che le maggiori vendite comportano un maggior gettito lva, quindi almeno in parte lo sforzo di compensa. In via continuativa proponiamo la definitiva eliminazione del superbollo, una tassa ingiusta e non più sostenibile, la forfettizzazione dell’Ipt ai livelli minimi e uguali su tutto il territorio, per evitare il fenomeno di spostamento dell’utenza verso le Provincie autonome con imposizione minore. Per le utenze aziendali la detraibilità dell’Iva al 100%, come peraltro avviene in tutti gli altri Paesi europei di riferimento, rispetto al 40% attualmente in uso con alcune eccezioni. 

Questa possibile soluzione, che ci avvicinerebbe all’Europa, avrebbe una portata limitata in quanto le aziende cambiano la vettura mediamente ogni 30 mesi, quindi l’onere per l’Erario è del 50%, ovvero sulla svalutazione. In compenso si genererebbe un maggior flusso di vetture usate fresche disponibili sul mercato, favorendo così il ricambio dei veicoli più inquinanti dando anche ossigeno ai salonisti dell’usato. 

Da ultimo, mi permetto di segnalarle Confcommercio Mobilità, di cui sono presidente. Federazione di Settore che oltre a Federmotorizzazione rappresenta anche il mondo dei veicoli ricreazionali (camper e roulotte), quello dei venditori di macchine agricole, nonché gli operatori della sosta con e senza servizio. Anche questi settori sono stati danneggiati dall’epidemia e attendono di poter riprendere il lavoro.

Questa è una sintesi sulla quale si può lavorare per meglio specificare e individuare le dimensioni degli interventi che mi sono permesso di sottoporle. Sono disponibile a un incontro, quando vorrà, a Roma o a Bergamo e confido di avere con queste segnalazioni instaurato un proficuo rapporto e scambio futuro nell’interesse della nostra categoria.

 

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