Auto elettriche: arriva il “Made in China”

 
Diversi produttori cinesi di auto elettriche stanno cercando di imporsi sul mercato europeo. A differenza del passato, quando molti ingressi sul mercato europeo sono falliti a causa della scarsa qualità o dello scetticismo dei consumatori, questa volta le loro possibilità sono decisamente migliori. Ciò significa anche nuove opportunità e sfide per i fornitori. Il gigante dell’automotive BYD prevede di lanciare un attacco al mercato europeo partendo dalla Norvegia, facendo breccia con il suo Suv compatto Tang EV, che dovrebbe iniziare le consegne all’inizio del prossimo anno.
 
Anche la società automobilistica cinese SAIC, partner di joint venture di Volkswagen in Cina, vuole iniziare l’ingresso sul mercato europeo dal Paese scandinavo, particolarmente favorevole per la mobilità green. Il modello «SAIC Maxus e DELIVER 3», noto in Cina come EV30, dovrebbe essere disponibile in Norvegia questa estate e successivamente in altri Paesi europei. Gli esperti ritengono che i produttori cinesi avranno maggiori possibilità di entrare nel mercato europeo questa volta rispetto a quando ci hanno provato per la prima volta negli «anni zero» immediatamente dopo il 2000. Da allora, la Cina ha accumulato esperienza nel settore delle auto elettriche, non dovendo far fronte ad un divario tecnologico tanto ampio con i produttori europei, come nel settore benzina.
 
Fu Qiang, il capo della startup cinese Aiways, ha annunciato a Stoccarda a marzo che avrebbe venduto il suomodello «U5» in Europa da agosto con un prezzo di 36.000 euro. Allo stesso tempo, il produttore di elettronica cinese Byton, che può contare sull’esperienza degli ingegneri tedeschi, ha annunciato la vendita europea del suo modello «M-Byte» dalla fine del 2021. Tuttavia, quest’ultimo ha ora problemi finanziari e ha dovuto rimandare la produzione del modello. Grandi e piccoli produttori di automobili cinesi come SDEV, della provincia centrale cinese di Henan, si stanno preparando per il loro debutto sul mercato europeo stringendo alleanze con fornitori in Europa. Lo scorso anno SDEV ha firmato un accordo di cooperazione strategica con la società tedesca DCKD. La partnership consentirà ai clienti del produttore di utilizzare 150.000 stazioni di ricarica DCS in 28 Paesi europei. 
 
Il 20 aprile, i primi 200 «SA01» di SDEV sono stati spediti dal porto cinese di Tianjin verso la Germania. La società ha annunciato un obiettivo di vendita di 12.000 auto elettriche per quest’anno in Germania. Nessuno afferma che per i cinesi ancora relativamente sconosciuti sarà facile affermarsi nel mercato europeo altamente competitivo. Resta da vedere se, a seguito della crisi da Covid-19, i consumatori daranno la preferenza alle e-car di solito più economiche dalla Cina rispetto alle e-car più costose dei produttori europei.
 
Geely, Chery e altri produttori cinesi di auto elettriche hanno anche investito in centri di ricerca e sviluppo in Europa. Si prevede che non proveranno semplicemente a portare nel vecchio continente modelli popolari in Cina, ma a cercare di capire cosa vogliono i conducenti europee. Una dichiarazione del Ceo di Chery, Yin Tongyue, ha riassunto la visione della casa sul punto. «Se Chery vuole diventare un marchio globale, deve essere lanciato in Europa». E questa volta, i cinesi potrebbero effettivamente avere i loro primi successi, con conseguenze a lungo termine per produttori e fornitori europei. Ignorare questa sfida dalla Repubblica popolare sarebbe un errore. Dopotutto, queste aziende provengono dal più grande mercato al mondo di veicoli elettrici. Con la loro qualità, lentamente, ma costantemente in crescita, e un rapporto prezzo-prestazioni già attraente, è probabile che i cinesi si impongano presto anche sul mercato europeo.

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