Il dopo pandemia e i problemi della mobilità

 

E così al Governo è arrivato il conto da pagare: 3 miliardi di euro, come quantificato nei giorni scorsi da Unrae, da mettere sul tavolo entro 18-24 mesi. Se non tirerà fuori soldi? Saranno guai: il tracollo del settore del trasporto su gomma, innescato dalla pandemia da coronavirus, lo toccheremo con in tutta sua drammaticità.Che vuol dire: disoccupati, chiusure di fabbriche, concessionari e officine, casse dell’Erario in rosso e Pil in ulteriore sofferenza.

Bisognava arrivare fino a questo punto, a una crisi dalle dimensioni planetarie, per capire che la misura era colma? Se si fosse agito per tempo – sostenendo il mercato razionalmente, contribuendo a rinnovare un parco veicoli e camion obsoleto, dando ascolto ai periodici allarmi lanciati dalle associazioni di categoria – oggi la situazione sarebbe, sì grave, ma non di queste proporzioni. Invece, si è voluto dare ascolto ai detrattori della mobilità a motore, ai “gretini” (tra l’altro improvvisamente spariti dalla scena, come se fossero stati richiamati all’ordine da un misterioso capogregge) e a chi ha perso tempo a giocare al tiro al bersaglio con i motori diesel,senza tener conto della loro strategicità (quelli di ultima generazione) nell’abbattimento delle emissioni. Lo shock generale e forzato da scossa elettrica ha fatto il resto.

E dopo la fine della pandemia cosa accadrà? Sicuramente la gente, non solo noi italiani, avrà timore a salire sui mezzi pubblici, a contatto di gomito con il passeggero vicino. Va a finire che anche noi faremo come gli asiatici, ovvero che circoleremo con la mascherina e magari anche i guanti. C’è poco da ridere, perché se si dovessero prendere meno mezzi pubblici, significa che si farà un maggiore ricorso ai propri. E allora, evviva la bicicletta, potremmo udire da più parti. Ma vacci tu in bici in inverno o sotto la pioggia…

E anche il car sharing, tanto idolatrato, potrebbe risentirne. Siamo così sicuri che ritroveremo l’abitudine di metterci al volante di una vettura passata di mano (e di starnuto) più volte in una giornata? Ogni auto dovrebbe essere sottoposta a igienizzazione a ogni cambio di guida. Sarà così?

Bisogna riflettere sin da ora su cosa accadrà tra un po’ di mesi. Se la gente sarà costretta a “fidarsi”, per un certo periodo, solo della sua macchina, i Comuni continueranno a tartassarla con divieti e parcheggi salatissimi? Non c’è da scherzare, e molti italiani la propria arrabbiatura – per altre ragioni e con comportamenti da biasimare – la stanno palesando in questi giorni.

Qualcuno ci pensi, prima che sia troppo tardi.

 

 

 

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