Assemblea Anfia: Conte da avvocato del popolo ad avvocato di se stesso

Colui che si era definito avvocato del popolo, cioè il premier Giuseppe Conte, si presenterà per la seconda volta al cospetto della filiera italiana automotive, rappresentata da Anfia con il suo presidente Paolo Scudieri. L’appuntamento è per lunedì 25 novembre in una delle case di Fca, lo stabilimento di Melfi, il primo che sfornerà, nei prossimi mesi, i modelli ibridi plug-in del gruppo, ovvero le Jeep Compass e Renegade.

Lo scorso anno, lo stesso Conte, allora alla guida della coalizione giallo-verde, si era presentato ufficialmente al settore, in un albergo del centro di Roma, sempre all’assemblea di Anfia. Tante belle parole, l’importanza dell’auto per l’economia e l’occupazione, la necessità di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Peccato, però, che meno di 24 ore dopo il suo intervento, il governo, da lui diretto, varava il provvedimento sugli ecobonus e gli ecomalus mandando su tutte le furie il settore.

Il precedente non gioca sicuramente a favore di Conte, il quale si presenterà a Melfi con la coda tra le gambe, anche perché, tanto per cambiare, non poteva mancare anche quest’anno il dispetto al settore: a essere prese di mira sono state, infatti, e auto aziendali.

Chissà quali escamotage troverà, Conte, per aggirare i problemi e far buon viso a cattivo gioco. È molto probabile che, a questo punto punto, dovrà fare l’avvocato di se stesso.

Anfia ha già consegnato al premier una serie di richieste che non potranno restare lettera morta: si va dall’incremento della dotazione finanziaria per l’ecobonus a 300 milioni nel 2020 (voi del governo volete le auto elettriche? E allora sostenetele con più fondi per l’acquisto) al rafforzamento delle infrastrutture di ricarica per i privati, le cosiddette wall box, ma anche a una disponibilità maggiore di impianti per la ricarica veloce. Perché non è possibile aspettare mezzora o forse più per fare il pieno di energia alla propria vettura. Un sostegno deve riguardare anche la formazione dei dipendenti del settore proprio in tema di elettrificazione. Insomma, sono solo alcune delle richieste alle quali l’avvocato del popolo o presunto tale dovrà dare risposte. Reali.

A proposito, il tavolo tanto sbandierato dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sembra essere già praticamente defunto. Non se ne sa più niente. E lo stesso vale per i tre tavoli a tema riguardanti l’automotive.

Conte non faccia giri parole e non si limiti ad ascoltare. La filiera è piuttosto arrabbiata. In gioco c’è il futuro dell’auto in Italia, e visto che l’appuntamento è fissato a Melfi, soprattutto quello del futuro gruppo Fca-Psa.

 

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